💐🎵Sopravvivere a Sanremo (e a San Valentino)
Un giretto in Liguria. Il menu settimanale del mese da scaricare, con le ricette. Due ricette per le tue serate Sanremesi. Link e cose comprate.
Ciao, sono Myriam: una cuoca, una food writer e una professional organizer. Benvenuta o bentornata su Spuntini, la mia newsletter che scrivo due volte al mese. Sto facendo un po’ casino con le scadenze, ma provo a non perdere i pezzi.
Questa è la Settimana Santa di Sanremo, non che io sia una grande fan della kermesse, anzi, ma Sanremo è un po’ come il Natale: quando arriva arriva, e conviene arrendersi fino a che non finisce (almeno dura poco). Ad aggravare il peso di tutta questa santità, quest’anno si aggiunge pure San Valentino.
Quindi eccomi nella tua casella di posta, un attimo prima che tutte le energie e le attenzioni siano concentrate sulle polemiche rivierasche e che la tua inbox sia inondata di cuoricini.
Allacciamo il grembiule, ma accendiamo anche la radio (si vede che sono millennial, aiuto), arrivate a questo punto.
Spuntini ha superato le 4.000 persone iscritte: ha un pubblico affezionato e in costante crescita, con un tasso di apertura medio di oltre 60% e un click rate che si attesta intorno al 25%.
Qui ci sono soprattutto donne tra i 35 e i 50 anni, interessate ai temi della cucina, del cibo e dello stile di vita.
Sto cercando sponsor con una prospettiva di medio termine, in modo da poter costruire una collaborazione più continuativa e fruttuosa.
Lavori per un’azienda che potrebbe essere interessata a questa partnership? Scrivimi a myriam@thefoodsister.it e parliamone!
Genova che non mi lascia
Genova di tutta la vita.
Mia litania infinita.
Genova di stoccafisso
e di garofano, fisso
bersaglio dove inclina
la rondine: la rima.
[un estratto da Litania, di Giorgio Caproni]
Sono nata e cresciuta per i primi 20 anni della mia vita in Liguria: la mia Liguria non è stata quella di Elisabetta Canalis (cogliete la reference, per favore), ma una provincia dell’impero nonostante la mia città - Genova - figurasse sempre tra quelle più importanti e popolose d’Italia, nel sussidiario.
Pensando a Sanremo, e al senso di fastidio che mi provoca tutta l’attenzione sulla Liguria in questi giorni, forse devo partire da qui. Penso che quello che mi infastidisce sia proprio il fatto che della Liguria ci accontentiamo di un racconto superficiale, fatto peraltro dagli stessi suoi abitanti e da chi ci passa i weekend “perché è il mare vicino”: ciottoli e mugugno, focaccia e scortesia, traffico imballato e spiagge che volevamo quelle della Sardegna ma che ci vuoi fare, pago spendo pretendo e alla fine mi accontento. E una volta l’anno: canzoni, dissing e pettegolezzi.
E invece è una relazione tormentata, la nostra, fatta di addii e riavvicinamenti, e di infinito struggimento: noi genovesi impariamo cos’è la saudade prima ancora di ascoltarla nelle canzoni brasiliane, con quel ritmo e quella cantilena (la litania) che ricorda il nostro dialetto.
Conosciamo quella nostalgia perché veniamo allevati in una città seducente dietro la patina di decadenza, che in fondo è il suo orgoglio. Una città superba nel suo concedersi a piccole dosi, solo a chi lo merita; ammiccante nelle lame di sole tra le case troppo vicine del centro storico, nello scintillio del lungomare, nel pieno dell’estate, e nella luce dei pomeriggi d’inverno che pare un filtro arancione.
La mia madeleine genovese è la focaccia appena sfornata, una tentazione troppo facile e a buon mercato per provare a resisterle: va assaggiata calda, croccante e unta sopra, morbida sotto. È un piacere che mi concedo ogni volta che arrivo in città - un piccolo rito di riconciliazione - e che anche il visitatore più frettoloso non può lasciarsi scappare.
Quella di Genova è una cucina sobria e concreta come i suoi abitanti. Si può assaggiare a partire dalle sciamadde, le gastronomie tradizionali che sfornano dal mattino al primo pomeriggio torte salate, piccole delizie fritte, farinate: i profumi e i sapori di terra sono preponderanti perché Genova è una città di mare, ma incastonata in un territorio di montagne.
Questo non vuol dire dimenticare la tradizione marinara: le acciughe argentate, che puoi veder fare “il pallone” anche sotto la superficie delle acque del Porto Antico, sono quel pesce misero che l’ingegno aguzzato dalla povertà ha declinato in decine di varianti: fritte, impanate, gratinate, marinate, sotto sale.
Il porto è cuore, cervello e muscoli di questa città. È da qui che sono arrivate, nei secoli, le merci più preziose ed esotiche: la tela di Genova, o jeans, le sete preziose, e soprattutto le spezie. Solo qui, in Italia, ho visto così tante drogherie, botteghe e mercati, con una varietà tale da non temere confronti con le città più cosmopolite del Mediterraneo.
Sempre dal mare arriva la tradizione del caffè. Il mio consiglio è di sorseggiarlo in un locale storico, tra specchi, marmi, teche di cristallo: i bar genovesi sono poco appariscenti, da fuori, ma riservano grandi meraviglie all’interno. E in questo sono una buona rappresentazione della città, che va scoperta, gustata, assaggiata senza troppa voracità, i piedi piantati sulla terraferma, lo sguardo al mare.
Insomma: magari sei a Sanremo per lavoro e devi fare un cambio di treno a Genova. Magari hai deciso di farci una gita (quest’anno è tra le destinazioni Best in Travel di Lonely Planet), o magari ti è venuta fame: se ti servono consigli, scrivimi ché qui non ci stanno tutti :)
E ora vediamo come posso aiutarti a sopravvivere all’hangover sanremese: con il menu di febbraio, e con qualche ricetta da sgranocchiare davanti alla TV. Trovi tutto qui sotto, e grazie per aver letto fin qui le mie riflessioni nostalgiche.
Menu settimanale di febbraio: non proprio una pausa
Febbraio è il mese che sembra un’interruzione pubblicitaria tra l’inizio dell’anno e la primavera. Corto ma denso, Sanremo, San Valentino, Carnevale. Insomma, febbraio è tutto tranne che una pausa, ma noi non ci spaventiamo di niente.
Pianificare il menu settimanale ti mette ansia? Ecco qui i miei consigli per viverla meglio.
Come funziona questo menu settimanale? A inizio mese lo posto su Instagram e lo metto, in pdf, anche qui nella newsletter.
Clicca sul bottone sotto per scaricarlo, completo di link alle ricette. Ci sono colazione, pranzo e cena sempre diversi, così dura un mese, ed è facilmente veganizzabile: basta sostituire i (pochi) latticini presenti con la loro versione plant-based.
Alcune raccomandazioni e un disclaimer: questo menu è solo un'ispirazione per quando non sai cosa cucinare. In nessun modo va inteso come piano dietetico bilanciato e in nessun modo sostituisce il consiglio di un/a professionista della nutrizione umana.
Due ricette per le vostre serate sanremesi e non solo
Cosa mangerai tra un’esibizione e l’altra, cercando di non stramazzare per il sonno?
Le olive al Negroni
C’è una non-ricetta che negli ultimi tempi sta circolando molto nella mia bolla, e secondo me è lo snack perfetto per queste serate: ho mangiato le olive al Negroni almeno 4 volte in questo 2025 ma non me ne pento. Ecco la ricetta, dove l’ho vista la prima volta:
Ingredienti
Un barattolo da 300 g di olive Nocellera/Castelvetrano
1/2 cucchiaio di gin
1/2 cucchiaio di vermouth rosso dolce
1/2 cucchiaio di Campari
1 arancia
Procedimento
Metti le olive, il gin, il vermouth e il Campari in una ciotola e mescola per ricoprire le olive.
Usa il pelapatate da cucina per ricavare due strisce di scorza d’arancia. Piega le strisce nel senso della lunghezza sulla ciotola, per far uscire l'olio essenziale. Grattugia la parte rimanente dell'arancia non sbucciata nella ciotola e mescola.
Lascia marinare per alcune ore prima di servire, oppure conserva in frigorifero fino a 3 giorni per un sapore più intenso.
Bunet in pentola a pressione
E ora passiamo al dolce, perché magari festeggi San Valentino o magari vuoi qualcosa da portare alla serata cover che è proprio il 14 febbraio. Nella precedente uscita di Spuntini, quella del weekend, ti parlavo della pentola a pressione.
🤯 Chi ha paura della pentola a pressione? - Spuntini del Weekend
Ciao! Questa è Spuntini del weekend, che esce una volta al mese di venerdì: trovi vari assaggi di quello che mi piace e di quello a cui sto lavorando. E un racconto o una riflessione che ti aiuterà - spero - a cucinare meglio.
In tante (no, davvero) mi avete chiesto ricette per usarla al meglio e ho una buona notizia: sto preparando una guida in PDF con 20 ricette da fare in pentola a pressione.
Questo è il tuo segnale per condividere Spuntini con le persone che conosci, mica vorranno perdersi il PDF!
Oggi allora ti lascio un piccolo spoiler, con la ricetta del Bunet (il tipico budino piemontese) da fare in pentola a pressione.
Ingredienti
500 ml di latte intero
3 uova, leggermente sbattute
100 g di zucchero
50 g di cacao amaro
100 g di amaretti sbriciolati
1 bicchierino di rum (facoltativo)
Caramello per lo stampo
Procedimento:
Mescola uova, zucchero, cacao e amaretti fino a ottenere un composto liscio. Aggiungi infine il latte e il rum, mescolando bene.
Versa il composto nello stampo spennellato di caramello, quindi metti lo stampo in pentola, aggiungendo acqua fino a metà altezza.
Chiudi e cuocere per 20 minuti dal fischio. Dovrà presentarsi come un conglomerato gelatinoso.
Fai raffreddare e servi a fette (a me piace accompagnarlo con la panna semi montata, una scelta poco ortodossa).
🛒 Cose che ho comprato
Nessun regalo di San Valentino, ovviamente.
Un po’ di cose utili per il Giappone, tra cui la nuova Lonely Planet (che non mi piace per niente), la guida Osusume di Ottavia Baldi (che invece è bellissima) e l’assicurazione sanitaria su Heymondo.
Un paio di scarpe per lunghe camminate e in generale per fare sport, scontatissime da Decathlon.
E basta, perché sono in spending review in vista del viaggio.
🔗 Link da non perdere
Se vuoi assaggiare i sapori della Liguria ti consiglio lo shop della mia amica Enrica, aka A Small Kitchen in Genoa (iscriviti anche alla sua newsletter
ovviamente!Il Podcast su Sanremo del Post non solo è l’unico che secondo me abbia senso ascoltare questa settimana, ma fa il lavoro sporco al posto mio in quanto mi permette di essere sul pezzo senza perdere ore della mia vita su Rai 1. Si ascolta sull’app ed è per le persone abbonate: ma posso regalarti una puntata, se me la chiedi.
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(qui il suo approfondimento sui testi di Sanremo 2025).Ce l’ho anche io una canzone di Sanremo preferita, comunque, ed è una canzone che ha i miei anni 👵 (non lasciatevi ingannare dal remaster: è del 1983)
Ogni volte che scrivi di Genova mi palpita la nostalgia, che città incantevole – l'unica città in cui tornerei a vivere se dovessi ritrasferirmi in Italia 😍
La ricetta delle olive al negroni mi ha fatto pensare, ovviamente, alla tradizione del vermù catalano, che viene servito sempre con una fettina di arancia e uno spiedino di olive (spesso ripiene di acciuga, le mie preferite 🤩).
Che bella una guida di ricette con pentola pressione! Io normalmente la utilizzo solo per legumi e risotto